Uno dei temi più interessanti che
l'architettura si è da sempre posta è quello del rapporto tra interno ed
esterno: una sfida che molti architetti contemporanei si sono posti è stata
quella di confondere i due aspetti, renderli permeabili e compenetranti,
smaterializzare le barriere che li separano.
Nel nostro progetto stiamo
cercando di affrontare questa tematica definendo una serie di spazi coperti che,
per ampiezza e concezione, si configurano come spazi aperti di passaggio e
sosta, ma che presentano anche i benefici tipici di un ambiente chiuso, come il
controllo climatico e la possibilità di utilizzo anche in presenza di
perturbazioni.
Il complesso edificato principale
si riconosce nel masterplan come una grande T, con lato maggiore che si
sviluppa lungo il sedime della galleria preesistente. In tale contesto abbiamo
previsto ampie porzioni di ambienti-filtro, che possono essere pensati come spazi
aperti "intrappolati" da elementi di chiusura.
Il polo culturale è composto dai
distinti edifici della biblioteca gastronomica e del museo alimentare, che sono
però stati concepiti come un'unica unità, con al centro un grande atrio vetrato
di ampiezza tale da poter essere considerato una piazza coperta tra le due
funzioni. Entrambe presentano infatti un doppio accesso, uno principale verso
l'esterno e l'altro dall'atrio, che permette tra l'altro una comunicazione
diretta all'interno del polo culturale.
Il mercato coperto è stato pensato
come un normale mercato di piazza sopra il quale è "atterrata" una
grande scatola, vetrata lungo i due lati maggiori. Allo stesso modo la galleria
si presenta come un grande spazio coperto permeabile all'esterno e in
particolare al parco, aperta lateralmente da grandi passaggi che permettono al
verde di entrare. Il fronte opposto si sviluppa invece lungo gli spazi dedicati
alla ristorazione, che possono disporre di questo spazio coperto come farebbero
ad esempio in un'area pedonale aperta.